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Witcher

Witcher

PrimarchtheMage, A Dungeon World Playbook

La Witcher Rayla E Il Suo Cavallo Rufen

Dietro ogni Witcher c’è una storia di solitudine e sofferenza. Soprattutto sofferenza. Additati come mostri, mutanti o creature immorali, i Witcher sono essenzialmente persone alle quali il Destino ha riservato un percorso unico. Tortuoso e controcorrente, sì. Ma anche unico e irripetibile. Stando a sentire le leggende che avvolgono questi esseri misteriosi, quando un Witcher salva la vita ad un uomo può appellarsi, come ricompensa, alla Legge della Sorpresa, espressa con la formula seguente: «Mi darai ciò che trovi a casa e non ti aspetti». Solitamente si trattava di un figlio nato mentre il padre era in viaggio o di qualche bambino salvato dalla strada. Nel momento in cui questi veniva trovato diventava il Figlio del Destino del Witcher il quale lo portava nella Fortezza dei Witcher, Kaer Morhen, per essere addestrato a diventare un Witcher anch’egli. Nella fattispecie, si tratta di niente più che una leggenda. Solitamente bambini orfani e simili vengono portati a Kaer Morhen semplicemente perché non appartengono a nessun altro posto. Qui sono sottoposti ad un addestramento durissimo che culmina nella Prova delle Erbe, una lenta somministrazione di sostanze mutagene e tossiche che uccidono mediamente sette bambini su dieci. Quelli che sopravvivono però, ottengono con il tempo riflessi fuori dal comune nonché un invecchiamento rallentato. Tuttavia, questi decotti lasciano conseguenze terribili tra cui l’impossibilità di esprimere emozioni (ma non di provarle). Punto, quest’ultimo, che spiega la freddezza con cui vengono trattati dalla popolazione. Al termine di questo addestramento, il Witcher è a tutti gli effetti un cacciatore di mostri su commissione: le sue armi, una spada d’argento ed una d’acciaio, sono rispettivamente rivolte a mostri ed umanoidi. A queste, il Witcher aggiunge una conoscenza scientifica delle caratteristiche dei suoi nemici frutto di bestiari e compendi redatti nei secoli nonché una conoscenza alchemica di tutto rispetto e la padronanza di semplici ma efficaci segni magici adoperati nel mentre della battaglia. Solitamente, ciò che rappresenta il Codice dei Witcher è essenzialmente la loro neutralità: l’Ordine è fondato come baluardo degli uomini a difesa di creature che minacciano la loro esistenza. Intrighi politici, guerre e rivalità sono cose dalle quali uno Witcher dovrebbe star fuori, senza esprimere giudizi o preferenze. Ma quanto è facile restare impassibili in mezzo al mare delle emozioni umane? Se dovessi descrivere il Witcher con una frase, probabilmente userei questa: «In un mondo dove i mostri rappresentano la quotidianità, più che di un eroe, c’è bisogno di un professionista.»